Fedez in una delle storie Instagram pubblicate verso la fine di marzo, scherniva la stampa Italiana per il costante interesse nei suoi confronti. E non ha torto: che siano novità giudiziarie, amorose o sulla salute, Fedez e Chiara Ferragni sono sempre al centro del gossip. Ma se una volta erano le riviste di gossip a pubblicare articoli voyeuristici sui personaggi famosi, negli ultimi anni è pratica comune anche di quotidiani di ogni tiratura e rilevanza. Ma perché?
La risposta è molto semplice: la SEO, ovviamente! Google offre gratuitamente uno strumento chiamato Trends. La piattaforma consente di consultare le ultime ricerche più effettuate dagli utenti, aggiornate in tempo reale, settimanalmente o nell’arco dell’intero anno. Questi strumenti supportano i SEO che a loro volta si occupano di stilare i contenuti, sfruttando i trend del momento. Va da sé che per attrarre quanti più utenti possibili, anche tutti i quotidiani lasciano grande spazio alle vicende di gossip.
Non c’è volta che qualcuno non si lamenti degli articoli sui quotidiani relativi alle vicende dei Ferragnex. Ma la risposta è molto semplice. E la si può dedurre dal grafico sottostante, che prende in esame una delle ultime ricerche degli utenti dal 15 febbraio in poi.
Questo grafico non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, ma mostra tuttavia un’impennata delle ricerche relative alle notizie e alle ricerche. La linea azzurra mostra l’Interesse di ricerca, mentre la barra grigia le notizie relative a quel determinato argomento. Le chiavi che abbiamo inserito per ottenere questo dato sono Chiara Ferragni e Fedez. Le ricerche e le notizie sono dunque strettamente correlate. Le notizie vengono pubblicate per un semplice motivo: i lettori sono alla ricerca di questi contenuti. Scriverne a riguardo, consente di aumentare le impressioni dei banner pubblicitari e dunque i guadagni per riviste, quotidiani, magazine e blog. Niente di illegale, per carità. Ma se qualcuno si domanda il motivo per cui si innesca questo circolo vizioso vede da una parte il bisogno di soddisfare una curiosità e dall’altra di pagare gli stipendi.