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Il paradosso all’italiana: i siti a luci rosse accessibili dietro verifica, ma i gruppi di revenge porn, liberi tutti

Novembre 1, 2025
Posted in OPINIONI
Novembre 1, 2025 Roberto Cosentino

Il paradosso all’italiana: i siti a luci rosse accessibili dietro verifica, ma i gruppi di revenge porn, liberi tutti

Dal 12 novembre 2025, chi vorrà accedere ad un sito con materiale per adulti, potrà accedervi solo dopo aver certificato la propria maggiore età. Un processo che necessario in seguito all’entrata in vigore del Decreto Caivano (legge 159/2023), base giuridica che ha affidato ad Agcom (con la delibera 96/25/CONS di aprile 2025) la responsabilità circa la vigilanza sull’accesso ai minori a siti pornografici. Ma cosa cambia nella fattispecie?

Non sarà più sufficiente confermare di avere 18 anni semplicemente cliccando un “Sì” su un banner che appare al primo accesso. Tutto si basa su un sistema di “doppio anonimato”. Chi vorrà accedere al sito a luci rosse, potrà farvi accesso attraversando i controlli di un soggetto terzo, che avrà il compito di verificare la maggiore età. La verifica potrebbe richiedere un documento di identità, lo SPID, la CIE o simili, ciò vuol dire che non sarà la piattaforma che si vuole visitare ad occuparsi della verifica delle informazioni. In poche parole, il sito porno saprà che l’utente che sta effettuando l’accesso è maggiorenne (ma non saprà nulla sulla propria identità), mentre il sistema indipendente che approverà l’accesso, non saprà per quale sito sarà approvato l’accesso.

Da una parte è un bene, forse. Il banner in cui si chiedeva se si fosse effettivamente maggiorenni, non era sufficiente; difficile credere che i “No” siano stati cliccati volontariamente nel corso degli anni e non per errore. Ma questo crea in realtà un altro problema. Si sta di fatto inibendo l’accesso a contenuti inadatti sì ad un pubblico di minore età, ma sempre all’interno di una piattaforma legittima. Quella che stiamo vivendo in Italia è una situazione grottesca. Perché mentre si inibisce l’accesso a piattaforme controllate e legittime, si vieta con il ddl Valditara ogni attività didattica che coinvolga i temi della sessualità, alle elementari e medie. Ma perché grottesca?

L’indagine HBSC 2021‑2022 ha riportato che in Italia il 21,6% dei maschi e il 18,4% delle femmine di 15 anni hanno dichiarato di aver avuto un rapporto sessuale completo. Ma cosa c’entra questo? C’entra eccome. Se le famiglie non sono capaci di affrontare anche gli argomenti considerati tabù, deve pensarci la scuola. Ed è assurdo, anzi, un vero paradosso, se ci si ferma un attimo a pensare quanto sia rigoroso l’accesso ad una piattaforma per adulti, in un anno in cui abbiamo scoperto l’underground di Internet pulluli di insidie e pericoli per giovani e giovanissime, tra forum, gruppi Facebook e canali Telegram, conosciuti per la diffusione di contenuti pedopornografici o di revenge porn, senza alcuna reale presa di posizione.