Piccola premessa.
Possiedo una testata giornalistica online che mando avanti autonomamente e senza alcun aiuto. Alle volte chiedo a fidati collaboratori, ovviamente dietro congruo compenso, di scrivere articoli che reputo interessanti e che siano in linea con le proprie caratteristiche. In redazione arrivano ogni giorno decine di comunicati stampa, qualcuno più interessante, qualcuno meno. Non ho mai fatto un copia e incolla, per ovvi motivi lato SEO. Rielaborare contenuti richiede però tempo e risorse che non sempre si hanno a disposizione. Pagare un giornalista o aspirante tale che possa farlo al mio posto è uno spreco di tempo e denaro ambo le parti. Da una parte perché rielaborare il comunicato stampa non apporta nulla di nuovo e di inedito, tantomeno nessun arricchimento da parte di chi lo rielabora.
L’Intelligenza Artificiale in questo caso accorre in aiuto, perché è uno strumento veloce, efficace ed economico, che con i giusti prompt permette di realizzare un articolo elaborato sulla base di un comunicato stampa, che sia inedito e che sia al passo coi tempi. Uno dei problemi che affligge maggiormente ChatGPT è che il suo ultimo aggiornamento in termini di conoscenze, risale a settembre 2021. Quindi una buona parte di quello che conosce è già desueto. Ma quando con un corretto ed esaustivo prompt gli diamo in pasto informazioni che provengono ad esempio da un comunicato stampa, allora è uno strumento efficace, veloce, economico. In questo caso sì che un’IA può sostituire un giornalista: perché quest’ultimo non apporta niente in più rispetto alla sua esperienza.
Ma non è sempre così.
Il più delle volte, l’Intelligenza Artificiale non potrà mai sostituire un giornalista.
Ecco perché:
1. Il contatto con le fonti:
Un giornalista esperto sa come stabilire rapporti di fiducia con le fonti e interagire con loro per ottenere informazioni accurate e approfondite. L’IA non può replicare la complessità delle relazioni umane.
2. L’intuizione:
I giornalisti sono dotati di intuito che li guida nella ricerca delle notizie, nell’interpretazione dei fatti e nel cogliere sfumature che un’IA potrebbe non percepire.
3. L’etica:
Un bravo giornalista segue rigorosamente un codice etico, garantendo obiettività, imparzialità e rispetto della privacy. Un’IA non ha coscienza morale e potrebbe non comprendere appieno le implicazioni etiche delle sue azioni.
4. L’amore per il proprio lavoro:
La passione per il giornalismo è ciò che spinge i professionisti a impegnarsi quotidianamente nella ricerca della verità e nel dare voce a chi non ne ha. L’IA, invece, è priva di emozioni e dedizione.
5. Il contatto umano:
I giornalisti interagiscono con persone di ogni estrazione sociale, comprendendo le loro storie e i loro contesti. L’IA, pur essendo in grado di analizzare dati, non può stabilire relazioni autentiche con gli individui.
6. Il sesto senso:
I giornalisti esperti sviluppano un istinto che li aiuta a scovare storie nascoste e a prevedere gli sviluppi futuri. Questa sensibilità non può essere replicata da un’IA.
7. Il diritto e dovere di diffondere informazioni:
I giornalisti hanno la responsabilità di informare il pubblico e di farlo in modo corretto ed equilibrato. Un’IA potrebbe non essere in grado di comprendere appieno l’importanza di questa missione.
L’intelligenza artificiale può offrire sì strumenti utili per il giornalismo, ma non potrà mai sostituire l’unicità, l’umanità e la dedizione dei giornalisti professionisti.